In viaggio verso il Sud America | Vivere in camper

Avevamo lasciato i nostri amici alle prese con i preparativi per il viaggio sulla nave Cargo che li avrebbe portati dall'Africa al Sud America. Ecco in queste pagine cosa hanno affrontato prima di imbarcarsi

Prossimi alla grande traversata dell'Oceano
Ci troviamo da qualche giorno nella capitale del Senegal, Dakar, quando realizziamo che la nostra prossima meta sarebbe stata un nuovo Continente. Per riuscire ad imbarcarci sulla Nave Grande Nigeria e raggiungere il Sud America, però, avremmo dovuto occuparci personalmente di tutte le pratiche doganali necessarie alla nostra partenza e questo si è tradotto in grande pazienza, determinazione e forza d’animo. Mentre il nostro camper riposa tranquillo nel giardino di casa di un caro amico, iniziamo la trafila burocratica alla dogana del porto. Ci vorrà poco per capire quanto sarà difficile portare a termine questa missione.

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Burocrazia in dogana
Ciò che ci serve è un documento che attesti che il nostro camper verrà caricato il giorno della partenza della nave e che quindi sarà regolarmente esportato in un altro paese. Non girano molti stranieri negli uffici doganali di Dakar, che invece brulicano di uomini e donne carichi di plichi di carta impilati uno sopra l’altro come se tutto fosse pronto per andare al macero. In realtà si tratta di passacarte, agenti, impiegati e aiutanti di quelle che qui chiamano agenzie di Transiteur, una vera e propria lobby di faccendieri che monopolizza le pratiche di ingresso e di uscita dal paese di camper camperlife rivista camperisti vivere in campertutte le merci. Entrare da estranei in un luogo come questo significa avere tutti gli occhi addosso in meno di cinque minuti: infatti veniamo subito fermati dalla polizia che ci chiede spiegazioni relative alla nostra presenza in questi uffici. Ci imbattiamo in un giovane poliziotto che gentilmente cerca di comprendere la nostra esigenza e, dopo una pausa per le preghiere, ci accompagna tra un ufficio e l’altro per cercare di darci una mano. Finiamo dopo un paio d’ore nell’ufficio dello Chef de Bureaux, ovvero il capo della dogana: in tutto il Senegal ci sono due sole persone che ricoprono questo ruolo! Lo Chef utilizza un lussuoso ufficio a cui si accede attraversando una porta protetta da videocamera e videocitofono. Immaginiamo che quando il robusto uomo vestito con il tipico ed elegantissimo boubou ci ha visto dal monitor, probabilmente ha deciso di riceverci più per curiosità che per altro. Il giovane poliziotto che ci camper camperlife rivista camperisti vivere in camperaccompagna, dopo aver osservato le dovute riverenze verso l’eminente Chef, spiega a lui il nostro caso e questo gli risponde che abbiamo bisogno di un "Transiteur"! Veniamo liquidati con queste semplici parole, così capiamo che per forza di cose dovremmo rivolgerci a qualche passacarte al fine di ottenere ciò che ci serve. Potrebbe sembrare facile, ma naturalmente non può esserlo a Dakar. Giriamo per mezza giornata tra vari uffici, ottenendo risposte sempre poco chiare e soprattutto prezzi completamente differenti l’uno dall’altro. Finiremo per accordarci con uno di questi e passeremo le successive due settimane girando tra un ufficio e l’altro scontrandoci con una burocrazia evidentemente poco trasparente. Non mancano nemmeno momenti di tensione con il nostro stesso Transiteur, che come c’era da aspettarsi cercherà di ricavare più soldi di quanti concordati inizialmente. Come dicevamo all’inizio per portare a termine questo lavoro sarebbe servita tanta forza di volontà, ma alla fine ci ritroviamo con il nostro consunto pezzo di carta timbrato più volte da differenti capi, ispettori, revisori, Transiteur, poliziotti e chiunque abbia avuto la nostra documentazione in mano nell’arco di due settimane. Solo a questo punto ci rendiamo conto che saremo le prime persone che riusciranno ad imbarcarsi da Dakar con il proprio mezzo al seguito!

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In attesa della nave cargo
Mancano circa due settimane all’arrivo della nostra nave e quindi decidiamo di sfruttare il tempo per una visita più camper camperlife rivista camperisti vivere in camperapprofondita al sud del paese. Ci mettiamo quindi nuovamente in viaggio spostandoci lungo la costa Atlantica raggiungendo alcuni luoghi davvero caratteristici come Joal-Fadiouth, dove l’interazione tra i fiumi Senegal, Saloum e Casamance e l’oceano ha creato nel tempo un ambiente unico. Nei millenni continui giochi di maree, acqua e terra hanno dato come risultato un mare fossile di conchiglie di ogni genere, che riaffiora nei punti più impensabili del Senegal, per quanto proprio il paese sia di per sé un territorio con una fortissima presenza di conchiglie un po’ ovunque. Non solo le strade e le costruzioni di Joal-Fadiouth sono fatte di conchiglie, ma anche qualsiasi cosa di comune utilizzo tra gli abitanti: proprio loro, nei secoli, le hanno raccolte mangiando il mollusco e usando i gusci per costruire praticamente qualunque cosa. Persino il cimitero è fatto di conchiglie e tra l’altro è bello ricordare che questo cimitero in particolare è l’unico in Senegal dove sono sepolti sia cristiani che musulmani. A Joal-Fadiuth abbiamo modo di entrare in contatto con una realtà davvero interessante, camper camperlife rivista camperisti vivere in camperquella del centro Assunta, una scuola gestita da suore che si occupano di dare un’istruzione di base alle ragazze di questa regione. Parcheggiamo il nostro camper nel loro giardino e stiamo in loro compagnia per qualche giorno facendoci raccontare in modo approfondito le difficoltà che incontrano quotidianamente. Le ragazze che frequentano questo centro provengono da realtà molto povere e dove le possibilità di lavoro sono poche. Il programma è molto fitto e i risultati sono davvero interessanti visto quanto abbiamo avuto modo di ammirare e gustare. Le ragazze apprendono in tre anni differenti livelli di competenza in materie che hanno lo scopo di introdurle sì al lavoro, ma anche alla vita sociale e coniugale. Questo aspetto è molto interessante perché tra le prime domande che ci sono venute in mente vi è stata: “Ma le mamme di queste ragazze perché non insegnano loro per prime queste cose alle loro figlie?”. La risposta di suor Georgette ci ha lasciato realmente stupiti perché è stata: “Alle famiglie non interessa, non lo fanno lasciando figli e figlie al destino”. Ci muoviamo poi poco più a Sud per raggiungere Palmarin, una piccola comunità di pescatori dove ci perdiamo per ore tra le piroghe ormeggiate sulla spiaggia e dove passeggiamo tra distese infinite di pesce in essiccazione alla luce del camper camperlife rivista camperisti vivere in campersole. I giorni passano veloci in questo clima di tranquillità così ci accorgiamo che è la prima volta da quando siamo partiti che abbiamo una vera e propria scadenza: mancano quattro giorni all’arrivo della nostra Nave, è ora di partire.

Finalmente ci si imbarca!
Salire a bordo della nave non poteva essere certo semplice: prima di poter far entrare il nostro camper nel parco chiuso dei veicoli pronti all’imbarco, sono necessarie ancora un po’ di pratiche doganali tra cui una importante, ovvero il timbro di uscita sul nostro passaporto. Questa potrebbe sembrare una cosa banale, tuttavia per far capire alla polizia che anche noi ci saremmo dovuti imbarcare su una nave cargo in compagnia del nostro camper ci sono volute quasi quattro ore. Comunque la pazienza e le due settimane di training forzato tra i corridoi degli uffici doganali di Dakar sono serviti a qualcosa, così eccoci sul ponte della Grande Nigeria pronti ad affrontare un mese di navigazione al fine di raggiungere Montevideo, in Uruguay.

Domande e risposte

  1. Esistono strutture organizzate per la ricezione dei camper a Sud di Dakar?
    Lungo la strada costiera che conduce a Palmarin si trovano diversi camping il cui costo è circa di 10 euro a equipaggio.
  2. Consigliereste la traversata verso il Sud America partendo da Dakar?
    Dipende dal proprio savoir-faire. Se siete abituati alla burocrazia africana allora potete provarci, anche perché siete consapevoli del significato dell’esclamazione: “C’est l’Afrique”. Se invece vi siete trovati a disagio con le semplici pratiche doganali marocchine allora è meglio trovare un'altra soluzione.
  3. Esiste un modo differente per imbarcarsi verso il Sud America?
    Sì, la soluzione più comunemente utilizzata è quella di imbarcarsi ad Anversa. Il viaggio per Montevideo durerà due settimane di più ma partendo dall’Europa le pratiche doganali sono praticamente inesistenti e comunque svolte da personale preposto da Grimaldi.
  4. Esistono officine per riparare il proprio veicolo in Senegal?
    Fuori da Dakar ogni tipo di guasto potrebbe diventare un problema serio. Volendo organizzare un viaggio in questo paese è bene optare per una revisione prima della partenza e cercare di essere preparati a gestire in autonomia delle piccole emergenze.
  5. È possibile sostare al centro Assunta di Joal-Fadiuth?
    La risposta è sì, sarete i benvenuti. Le coordinate del centro sono: N 43°38’19.39 W 116°14’28.86

 

 

Simone Monticelli e Lucia Gambelli