Val d'Ossola, gli sguardi della Montagna

L'Alpe Veglia e l'Alpe Devero, le "cattedrali" alpine del Monte Rosa e del Nordend, il Lago Maggiore e in mezzo la Val D'Ossola, un sistema paesaggistico talmente perfetto che dell'opera dell'uomo desidera solo gli sguardi

La Val d'Ossola è da definirsi la valle per eccellenza. Spianata come una foglia d'acero e strozzata fra le cime delle Alpi Pennine che la osservano perennemente, l'Ossola si dispone certamente a un facile itinerario, per il camperista in cerca di aria alpina e accomodanti servizi. Territorio d'infinite bellezze paesaggistiche, lambito a Nord dal Lago Maggiore e dai confini svizzeri, la Valle offre soprattutto la potenza di madre natura con innumerevoli scenari mozzafiato, tutti da scoprire nel Parco Nazionale della val Grande, oppure nei parchi regionali dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, senza dimenticare la riserva naturale del Sacro Monte Calvario. Le vedette da cui si scrutano questi territori, sono il Monte Rosa e il Nordend, entrambe da oltre quattromila metri dominano questa parte della ex provincia di Novara, oggi rinominata Verbano-Cusio-Ossola.

L'intera piana della Val d'Ossola è attraversata da un'interminabile ciclovia di oltre 80 km, parte dal Lago di Mergozzo e raggiunge Domodossola, una pista adatta a tutti, che attraversa paesaggi variegati: dai primi scorci fioriti sul delizioso lago di Mergozzo all'Oasi WWF del Bosco Tenso, per addentrarsi tra boschi antichi e lungo sentieri ricchi di storia.

Il fiume Toce

Attraversata centralmente dalle acque ordinate del fiume Toce, dove, come delle costole d'acqua, confluiscono i fiumi minori e diversi torrenti delle valli limitrofe (val Vigezzo, valle Antigorio), l'Ossola è un'esperienza incredibilmente rigenerante per chi cerca i suoni silenziosi della natura e la calma. Arrivando fra le alture di queste parti infatti si trae un sospiro di sollievo, per riscoprire quell'armonia che, nel verde nuovo dei boschi estivi, dà voglia di respirare e alzare le braccia come in segno di ringraziamento a quanto di bello la montagna offre. E andiamo insieme, osservando i paesaggi dal grandissimo parabrezza del nostro motorhome, siamo oggi in sette, grandi e piccini tutti a bordo!

Nel comune di Formazza, ecco la cascata del Toce, la più formidabile di tutte le Alpi, 143 i metri del salto delle acque che vincono in altezza quelle americane del Niagara. Qui la potenza dei getti cristallini si percepisce davvero, viene voglia di starci sotto, la sensazione è purificante: "degna di un rituale shintoista come il misogi-gawa", dice ai ragazzi un amico camperista e appassionato di arti marziali. I bambini vogliono vedere le miniere d'oro della Guia e quella di Macugnaga, dove si parla ancora l'antica lingua walser, ma altre famiglie in viaggio ci hanno detto che no: "Le miniere sono chiuse dagli anni sessanta e i terreni sono rimasti inquinati dall'arsenico." Ma Macugnaga offre anche l'incantata vista del versante del Monte Rosa, che ci guarda consolante, seppur autoritario. A Ornavasso c'è poi l'antica cava di marmo, con la cui materia si sono costruite le chiese delle città metropolitane del Nord. L'Arco della Pace di Milano, la facciata della Certosa di Pavia e parte del Duomo di Milano, hanno tutti un po' d'Ossola dentro. 

I walser, antica comunità

Nell'Ossola, attorno al massiccio del Monte Rosa, vivono ancora i Walser, remota comunità di origine germanica che usava colonizzare queste zone. Si dice che già nel 1253 la colonia di Bosco Gurin si stabilì poco più a Nord dell'Ossola, nel Canton Ticino. La scoperta della comunità walser è un incontro antropologico, che offre anche l'opportunità di vedere i dettagli architettonici delle abitazioni in legno di questa gente. Case solide che serbano memorie strutturali antichissime, alcune risalenti fino al Cinquecento. Walser significa anche abiti tradizionali da indossare nelle feste, ritualità e forte credo religioso che insieme contribuiscono a conservare il patrimonio storico di questa minoranza linguistica. Tante le leggende dei walser che corrono sulla bocca degli alpini, ma una cosa è certa: erano costoro coraggiosi esploratori che usavano insediarsi dove nessuno voleva, con discrezione e per proteggersi dalle incolumità. Perché in montagna le frane arrivano e si ripetono come un paradosso temporale. E arrivavano anche sugli insediamenti walser, obbligandoli a spostarsi. Così è la vita fra le montagne alpine, dove l'uomo deve un timoroso rispetto verso quelle che il poeta John Ruskin chiamava le "Cattedrali della terra".

D come Domodossola

La lettera D, suono che tanto si confonde con le sue lettere vicine dell'alfabeto, vuole spesso la città di Domodossola per farsi capire. E se così deve essere, volevamo in fine vedere cosa c'è a Domodossola che la rende così unica e famosa. Già lontana capitale dei Leponzi, verso l'anno mille prese a chiamarsi Domus Oxile a causa della chiesa della Collegiata, poi in epoca romantica il nome variava in Domo d'Ossola. Punto nevralgico della valle, la città conserva un passato storico tutto visibile nel variegato centro storico, che offre sofisticati scorci architettonici come gli archi romanici e quelli gotici di piazza del Mercato, i portici quattrocenteschi, la torre del Trecento in Via Briona, dove s'intravedono anche le piccole cariatidi sopportare il peso dei davanzali. C'è poi la via Carina, con i balconi in larice delle case tipiche dove ricomincia il viaggio etnografico alla scoperta della comunità walser. Angolo pittoresco della città scrutato fra i vicoli dalla grande montagna, che guarda Domodossola, è anche piazza Fontana dove l'acqua sgorga su una vasca ottagonale sovrastata da un timido obelisco. Domodossola città antica. Sì perché gli insediamenti di Domodossola, dopo quelli preistorici, esistono anche in epoca romana quando la Via Mediolanum già attraversava questa vallata. Diversi gli edifici storici da vedere come il Palazzo Silva, il Mellerio, quello di San Francesco e Palazzo della Città, costruito a metà Ottocento. 

Il sacro Monte

Poco distante dalle porte della città è immancabile la visita al Sacro Monte di Domodossola, monumento Patrimonio dell'Umanità insieme ad altri sacri monti alpini, così come voluto dall'Unesco nel 2003. Qui, salutato il contorno delle alpi, eterne testimoni dei nostri sguardi, raggiungiamo il santuario seicentesco della Santa Croce, che si alza leggermente su una pianta ottagonale oltre una breve scalinata. Gli interni, arredati con le statue barocche di Dionigi Bussola e gli affreschi settecenteschi di Giovanni Sampietro, sono incantevoli. Le scene bibliche tanto ben raffigurate da sembrare vive, mozzafiato è la rappresentazione della discesa del Cristo dalla Croce. È un momento mistico particolare che ci permette di apprezzare la sacralità laica della montagna in contrapposizione a quella religiosa. Con un contraccolpo velatamente lussurioso, decidiamo di percorrere 20 chilometri in direzione di bagni caldi e del Muro del Diavolo verso Crodo, località termale a nord di Domodossola. Il Muro, a secco, si compone di grossi massi sovrapposti a formare un megalitico alto circa 7 metri. Forse di epoca romana o più antico, sembra fosse un luogo di culto. A vederlo, in realtà di luciferino non ha nulla, se non il nome e la leggenda che il folklore gli conserva. Insomma, si va dicendo che il diavolo volesse tirare in testa ai credenti del villaggio sottostante, un pezzo della cima della montagna, e per farlo cercava di costruire questo grande muro tramite il quale desiderava raggiungere il centro della vallata. Un po' delusi dai progetti di questo diavolo, ci dirigiamo a Foppiano, nelle vicinanze. Qui altri incoscienti amici di Faust praticano il bouldering, un particolare tipo di scalata in cui i sassi (naturali oppure artificiali) vengono usati come presa per l'arrampicata a mani nude di grandi massi. A proposito, l'Alpe Veglia e l'Alpe Devero sono il paradiso, andateci! 

APPUNTI DI VIAGGIO

Per arrivare

Domodossola è collegata bene dall'autostrada A26 (Genova Voltri-Gravellona Toce) da Torino, Milano e Genova, in val D'Ossola l'autostrada diviene la Superstrada E62, che attraversa Domodossola proseguendo fino alla Svizzera.

PER LA SOSTA

A meno di un chilometro dalla piazza del Mercato di Domodossola, parcheggio in piano alle pendici del Sacro Monte Calvario in via Fontanabuona. GPS N 46.110383, E 8.286359

In pieno centro di Domodossola, in via Piave, parcheggio antistante la stazione ferroviaria. GPS N 46.116970, E 8.298770

Alpe Devero e terme, Area AleSte, via Provinciale 33, 28866 Cadarese, Premia (VB), GPS: N 46° 17' 52.008'' E 8° 21' 46.508''. L’area è aperta 24/24, dispone di una zona pic-nic ed è pet friendly.

Informazioni utili

Ufficio turismo di Domodossola (www.visitossola.it): Piazza Matteotti, tel. 0324-248265

Ufficio turismo di Crodo (area parco delle Terme) - Via bagni 20 

Credit foto: Marco Benedetto Cerini

Andrea G. Cammarata