Troppi paletti, l'arte di saper viaggiare

Assodato che il viaggiare è uno dei più grandi piaceri della vita, almeno per coloro che amano questa attività, mi chiedo se noi questo piacere lo viviamo sino in fondo. E’ una domanda che mi faccio perché mi accorgo che io stesso, già quando programmo un viaggio, mi metto dei paletti. A prescindere dal gusto personale di ognuno di noi, spesso non scegliamo una meta in funzione di ciò che c’è da ammirare,  ma piuttosto basiamo la scelta su fattori secondari, come temperature eccessive, accoglienza dei nostri animali, affollamento, difficoltà di parcheggio, scarsità di strutture di accoglienza, timori per la propria incolumità e altre cosucce del genere.

Beninteso, sono tutte motivazioni più che valide e nessuno è da biasimare se si pone questi limiti. Però, così facendo rinunciamo a località che hanno molto da offrire e potrebbero arricchire il nostro bagaglio di conoscenze. Faccio un esempio: l’estate scorso avevo deciso di fare un viaggio in camper in Albania, sapevo che nessuna assicurazione stipulata presso una compagnia italiana copre i danni di responsabilità civile in terra albanese, per cui ero pronto a stipulare una polizza alla frontiera con durata limitata. In seguito ho però scoperto che l’assicurazione italiana non copre neanche i danni collaterali, come furto, incendio, eventi naturali, etc. Ho cominciato a pensare che, se ci sono queste limitazioni da parte delle compagnie italiane, significa che l’Albania è un Paese a rischio e quindi ho rinunciato al viaggio. Oggi, con il senno di poi, penso di aver fatto un errore perchè ho senza dubbio rinunciato alla visita di un Paese di sicuro interesse storico.

Magari deciderò di visitarlo l’estate prossima, ma ad ogni modo il discorso che voglio fare, a me stesso per primo, e poi ai nostri lettori è che ogni lasciata è persa e potrebbe non più prospettarsi una seconda occasione. Ogni tanto bisognerebbe avere il coraggio di osare e non lasciarsi influenzare dai troppi ragionamenti. Già di per sé ogni viaggio presenta quel certo non so ché di imponderabile che ne limita lo svolgimento, sarebbe bene quindi evitare di aggiungervi anche il ponderabile.

Questo modesto assioma è tanto più vero quando si parla di persone che viaggiano con la casa al seguito: nessun hotel da trovare, nessun ristorante che ci offre cibi ai quali non siamo abituati, nessun orario da rispettare, se fa troppo caldo, ci si mette all’ombra o si entra in un campeggio e si accende l’aria condizionata, se i nostri animali non sono ben visti, li si lascia in camper, ovviamente con le giuste precauzioni, in un ambiente loro familiare. Insomma, non esistono ostacoli insuperabili da una persona in discrete condizioni fisiche. L’unico ostacolo sono i paletti che la nostra mente si pone.

La caduta della cortina di ferro ha aperto nuovi orizzonti di viaggi, ma, se facciamo una statistica  delle Nazioni più visitate, ci accorgiamo che esiste un grosso divario tra quelle occidentali e le orientali e la colpa non è dovuta solamente ad un patrimonio monumentale inferiore, ma piuttosto ad un luogo comune che ci siamo creato riguardante la mancanza di strutture di accoglienza, pastoie burocratiche, lingue ostiche e mancanza di sicurezza. Un vero peccato perché, anche se il patrimonio monumentale è ridotto rispetto ad alcuni Paesi dell’Europa dell’ovest, dal punto di vista storico ed etnologico sono invece interessantissime.

Buon viaggio a tutti 

Roberto Serassio