Proteggiamo il camper | Coperture invernarli

Tra gli aspetti che ci fanno percepire a colpo d’occhio quanto un veicolo sia invecchiato, sicuramente ci sono da menzionare il prematuro ingiallimento delle parti (soprattutto fari, luci e parti in materia plastica)
e la perdita di brillantezza della carrozzeria, che va opacizzandosi e degradandosi negli anni fino a “spellicolarsi” dello strato di finitura trasparente, che è poi quello che la rende lucida e piacevole alla vista.

Quando acquistiamo un nuovo automezzo in famiglia, auto, moto o camper che sia, tra i primi pensieri che vengono in mente c’è quello di assicurargli il giusto riparo dai dannosi agenti metereologici che, uniti al sempre temibile inquinamento, stressano precocemente la carrozzeria.
Difendere il nostro amato camper dall’inclemenza di sole, pioggia e grandine diventa quindi tassativo, anche se la faccenda si complica non poco date le dimensioni dei veicoli.
Inoltre, da non dimenticare l’aggravante che camper e motorhome, nella stragrande maggioranza dei casi (esclusi i costosi veicoli con cella monoblocco in vetroresina o i furgonati con tetto originale in lamiera), hanno guarnizioni tra tetto e pareti e, dettaglio comune a tutti, aperture varie per gli oblò. È in queste aree che più spesso l’azione degli eventi atmosferici può fare danni, ad iniziare dal sole forte che rende secche le guarnizioni, riducendone l’elasticità. È vero che il colore bianco di base dei camper, che rappresenta la stragrande maggioranza dei veicoli da vacanza, maschera più facilmente i segni del tempo rispetto alle carrozzerie metallizzate scure delle auto, ma allo stesso tempo risente di più dell’ingiallimento dato dal sole, oltre a mostrare antiestetiche colature nere dovute alla pioggia che lava via lo sporco accumulato sul tetto.

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Una menzione a parte meritano poi le decal adesive che ornano le fiancate; pur se realizzate con materiali di buona qualità e con trattamento anti-UV, sono le prime a degradare e non c’è lucidatura che tenga per riportarle all’antico splendore, a differenza della carrozzeria della cellula o della cabina dove è possibile intervenire a fondo con prodotti specifici anche più volte nella vita del camper.
In questo articolo vi mostriamo quindi come proteggere il nostro costoso veicolo per allungarne la vita utile sottraendolo, almeno in parte, all’azione usurante del tempo.

PARCHEGGIO IN BOX PRIVATO

La soluzione definitiva al problema, ma allo stesso tempo la più improbabile perché difficile e molto costosa da praticare, è quella di comprare (o affittare) un box privato a misura dei nostri grandi veicoli. Opportunità purtroppo molto raramente disponibile in casa o sul mercato, anche se stanno nascendo rimessaggi specializzati con garage di grandi dimensioni.

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Inoltre, la possibilità che essi siano vicini a casa abitando in una grande città, è davvero remota, per cui questa soluzione, sicuramente la più gradita da tutti i camperisti (anche per avere un locale comodo per effettuare i lavori di manutenzione o gestire al meglio il rimessaggio) è da ritenere come più che marginale.

IL RIMESSAGGIO COPERTO

Una seconda possibilità, ben più accessibile rispetto alla precedente ma comunque costosa, è quella di parcheggiare il camper presso un rimessaggio dotato di posti coperti; opzione che generalmente comporta un prezzo all’incirca doppio al classico parcheggio all’aperto nello stesso rimessaggio, ma che andrebbe messa in conto, specie per camper e motorhome il cui valore sia elevato. Il costo si aggira dai 7/800 euro a salire all’anno, rispetto alla metà circa del posto scoperto, e c’è quindi da valutare in base alle proprie disponibilità e convinzioni.
Diversi rimessaggi, i più grandi e professionali, si stanno attrezzando sempre più con eccellenti strutture dotate di coperture specifiche che addirittura creano una sorta di box singoli dove ricoverare comodamente il camper al riparo della peggiore grandinata. Una soluzione da prendere seriamente in considerazione se temiamo molto questo tipo di eventi e i possibili danni che ne derivano.

LE COPERTURE FISSE

Un’alternativa che si è fatta strada nelle ultime stagioni, proposta spesso nelle fiere di settore, è quella di valutare l’acquisto di una copertura fissa, dove fermare il veicolo quando non in uso, ovviamente disponendo dello spazio in un’area privata: cosa purtroppo non facile a verificarsi.
Si tratta di strutture realizzate con moduli di tubi d’acciaio zincati, anche verniciati in alcuni casi, ancorati al suolo, che possono essere replicati per raggiungere varie lunghezze o di vere intelaiature complete in varie misure, pronte ad accogliere il camper sotto un telo di protezione.
Questi sistemi possono avere diverse lunghezze sui lati e garantire la copertura fino a terra (qualcosa di simile a quello che si vede spesso presso i rivenditori più organizzati, anche se lì parliamo di strutture molto più grandi).
Nella sostanza, è come costruire un grande gazebo con funzione di garage, da posizionare in aree private (giardino, piazzale, posti auto ecc.) sempre rispettando le disposizioni locali in materia di licenze edilizie. Purtroppo, infatti, uno dei limiti veri di queste soluzioni, una volta superati quelli di spazio e costi, riguarda proprio i permessi. Qualcosa che in Italia può diventare un frustrante rompicapo, tra regolamenti nazionali e locali, sentenze di giurisprudenza e denunce di vicini di casa poco simpatici
o semplicemente invidiosi. Risolvere il problema in maniera definitiva e comune per tutti, visto che dipende da innumerevoli permessi e valutazioni a livello di amministrazioni locali e burocratiche, è di fatto praticamente impossibile. In ogni caso, si devono tenere presenti pochi punti fermi prima di acquistare e collocare la struttura: informarsi localmente presso il Comune di residenza per la necessità di licenza
edilizia e verificare che la struttura non arrechi danno o nocumento, anche solo estetico, ai vicini, rispettando distanze e confini. Coverbox, una delle principali aziende del settore, propone da qualche anno il Kit No Problem, soluzione che usa il peso del camper per tenere ferma la struttura anziché ancorarla al suolo, aspetto che nella maggior parte dei casi fa scattare l’obbligo di licenza e permessi comunali. Un’ottima idea, ma contro la burocrazia è una lotta impari: consigliamo quindi di chiedere comunque all’amministrazione locale, anche perché alcune sentenze hanno individuato nella destinazione d’uso continuativa la necessità
della licenza edilizia, nonostante si trattasse di strutture mobili non vincolate al terreno.
Esistono poi diverse aziende, non legate direttamente al mondo camper, che producono eccellenti strutture, tipo gazebo o parcheggi, e propongono ottime soluzioni che possono integrarsi anche esteticamente al meglio con un giardino o un vialetto di proprietà.

LE COPERTURE MOBILI

Se non possiamo parcheggiare il camper al chiuso o sotto una tettoia, una soluzione pratica ed economica è quella di coprirlo con un telo.

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Si tratta di accessori la cui struttura è complessa e le dimensioni sono davvero enormi, non proprio maneggevoli rispetto a quelli utilizzati per auto e moto. Sono coperture (telate a più strati) per proteggere il camper da agenti atmosferici, riparandoli dall’azione pesante di pioggia, sole ed inquinamento atmosferico.
Ne esistono un paio di tipi come proposte sul mercato standard: integrali, a coprire completamente il camper fino alle ruote; o parziali, che servono a riparare le parti più esposte, ossia il tetto e la prima parte delle pareti dove ci sono le giunture sigillate. Da un punto di vista pratico, rispetto alle più complesse coperture fisse, presentano alcuni grandi vantaggi: facilità e velocità d’uso, protezione valida del veicolo,
costo contenuto. Inoltre, la possibilità di riporli in comode sacche relativamente poco ingombranti quando non sono in uso li rende imbattibili per lo stoccaggio rispetto alle strutture costruite sul terreno. Come rovescio della medaglia, però, presentano anche alcuni svantaggi: primo fra tutti, l’uso che non può essere comodo e veloce in quanto richiede quasi sempre la necessaria presenza di almeno due persone, visti gli ingombri per posizionarli sul camper (ma ne esistono anche modelli dotati di aste guida per posizionarli da soli) e la difficoltà di ripiegarli, date le notevoli dimensioni. Inoltre, sempre tra gli svantaggi, in questo caso conseguenza indiretta, la parte superiore sul cielo del camper, sempre impermeabile salvo i modelli estivi solo con funzione anti sole, può creare, in caso di pioggia molto intensa, un grande accumulo d’acqua sul tetto del camper in presenza dei mancorrenti che ne rendono i bordi più alti.
L’acqua si raccoglie partendo dal centro, più basso rispetto ai mancorrenti laterali, fino a creare un vero laghetto che può pesare molto: in caso, bisogna ovviare al problema realizzando uno scarico o inserendo un qualche spessore al centro del tetto, ad esempio utilizzando fogli di polistirolo, rigidi ma leggerissimi, creando in questo modo una pendenza verso l’esterno.
Ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti: possibilmente sono da evitare quelli tutti in pvc, anche se felpati internamente, che tendono a raccogliere condensa sotto; meglio scegliere quelli misti, impermeabili sopra e di tessuto traspirante sui lati, oltre che con le zip laterali, che permettono di arrotolarli verso l’alto e di scoprire la porta cellula, per accedere al camper senza doverli spostare. Molto importante che dispongano di zone di ancoraggio rinforzate con anelli e triangoli di tessuto più forte: sono i punti che
reggono il maggior carico, specie in caso di vento sostenuto, e devono essere agganciati a robusti tiranti, preferibilmente con una parte elastica che li tenga sempre in tensione. Ricordate però di sostituirli però periodicamente, in quanto l’azione del sole tende a deteriorarli precocemente.
La stragrande maggioranza dei teli per camper viene prodotta in due o tre misure standard e si adattano
abbastanza bene alle varie misure dei veicoli, fatto salvo un po’ d’inevitabile gioco da fermare con i tiranti, dato che conviene comprare un telo sempre un po’ più grande rispetto all’ingombro del camper, pena l’impossibilità di posizionarlo.
Alcune aziende ne producono di personalizzati, nelle misure e nei tessuti, in modo che calzino a pennello sul
camper e riducano di molto la possibilità di scuotimenti dovuti al vento, che nel lungo periodo possono creare
lacerazioni sul tessuto. Da tenere presente poi il fatto che, i pannelli solari sul tetto saranno coperti e non funzioneranno, per cui sarà necessario saltuariamente togliere il telo per consentire la ricarica delle batterie oppure richiedere alle ditte specializzate un telo personalizzato con una finestra trasparente che combaci con la posizione del pannello. 

Redazione Camperlife