L'opinione. Perché le aree di sosta camper chiudono?

Negli ultimi anni c’è stata una moria di aree sosta per i camper e parecchie ancora aperte vengono lasciate senza alcuna manutenzione. Poca lungimiranza da parte delle amministrazioni comunali o è un problema molto più complesso ed articolato?

Nel mese di settembre 2019, mentre mi stavo recando in Portogallo, ho fatto tappa nella cittadina di Saintes Maries de la Mer e ho scoperto che l’area di sosta camper della spiaggia est è stata trasformata in parcheggio per autovetture.

Al suo posto ne è stata aperta un’altra in una zona però più lontana dal centro e con varie difficoltà per raggiungerla a piedi.

Il totale dei posti camper non è variato granché, ma rimane comunque il fatto che l’Amministrazione comunale ha privilegiato le autovetture a scapito dei camper.

Quando succedono queste cose, e l’area di Saintes Maries non è la prima ad essere sacrificata alle automobili, invece di indignarsi ed accusare i comuni di essere poco lungimiranti, bisognerebbe riflettere e capire i motivi che portano a simili trasformazioni.

Nel caso in questione l’analisi è presto fatta: una piazzola dedicata ai camper misurava in media 25 mq e rendeva al comune 13 euro/giorno, una piazzola per le auto misura circa 10,5 mq e rende 5 euro/vettura.

Considerando che in ogni piazzola camper corrisponde a 2,38 stalli auto, se ne consegue che il rendimento attuale è di euro 11,9, cifra che in apparenza è inferiore ai 13 euro.

C’è però da fare un’ulteriore considerazione prima di trarre conclusioni errate: un camper si ferma anche più di un giorno, mentre invece un automobilista si ferma solamente per poche ore, per cui uno stallo, nel corso della giornata può essere occupato più volte da mezzi diversi.

Assumendo che ogni piazzola venga occupata da almeno due mezzi/giorno si ha la seguente equazione: 2x5x2,38 = 23,8 euro, cifra notevolmente superiore a ciò che si ricavava dai camper.

E tutto con un minimo costo di gestione, infatti le autovetture producono pochissimi rifiuti, mentre i camper producono rifiuti solidi, acque reflue ed abbisognano di acqua potabile che possiamo stimare in 50 litri/giorno.

Il mio non vuole certamente essere un atto di accusa contro la categoria dei camperisti di cui anch’io faccio parte, ma è solamente un modo per far capire che tutti noi dobbiamo forse cambiare approccio quando soggiorniamo in una determinata località.

L’automobilista che viene a visitare Saintes Maries difficilmente si porta il pranzo da casa, per cui usufruisce dei ristoranti locali e siccome ogni stallo attualmente contiene 2,38 vetture, l’affluenza ai locali pubblici è aumentata notevolmente.

È ovvio che il mio calcolo può essere un tantino approssimativo, ma questa è la tendenza e ciò che è successo in questa cittadina della Camargue, sta succedendo o può succedere in tutte quelle località che hanno un forte afflusso di turisti, per cui la mentalità del tutto gratuita che purtroppo è radicata in molti colleghi, prima o poi ci porterà ad un irrigidimento da parte delle amministrazioni comunali. 

Buon viaggio a tutti 

Roberto Serassio