L'opinione del camperista: "La giusta misura fra identità e tradizioni nel Belpaese"

Luminaria di San Costanzo  Comune di Perugia – Foto G Belfiore” (1)

 

Le tradizioni del Belpaese sono molte e rispecchiano le molteplici culture del popolo italiano. Spesso però questi usi e costumi sono un po’ esagerati e possono sembrare una manifestazione di nazionalismo, è giusto in questi casi proibirle?

Vi sono alcuni periodi dell’anno, Carnevale, Pasqua e feste patronali, in cui le tradizioni italiane balzano prepotentemente alla ribalta. Inoltre, dato che queste manifestazioni portano turismo, molti comuni e pro loco vanno a rispolverare elementi della cultura italiana che si erano oramai assopiti. In alcuni casi però questi possono sembrare, almeno a prima vista, un tantino esagerati, per cui mi chiedo se sia giusto mantenerli.

La seconda domanda che mi pongo è di carattere politico e cioè: in un periodo di globalizzazione come quello che stiamo attraversando, e in un periodo in cui con l’Europa si cerca di unire le nazioni, queste tradizioni devono ancora esistere oppure rischiano di dividere anziché unire?

Personalmente credo che la cultura di un popolo debba essere conservata, indipendentemente dalle tendenze della politica e dei benpensanti. Cancellarla con un colpo di spugna significa togliere l’identità storico-culturale di una nazione. Può darsi benissimo che alcuni aspetti cozzino con le regole stabilite a tavolino, e noi italiani siamo famosi in questo campo, tuttavia non si può distruggere e monetizzare tutto per scopi che sono difficili da comprendere.

Già ora notiamo che nella Comunità Europea si ha la tendenza a sminuire la valenza della cultura culinaria di un popolo, ammettendo materie prime alternative nella preparazione di certi prodotti; pertanto sarebbe veramente tragico se, prima o poi, qualcuno ci chiedesse di dimenticare i nostri dialetti, la nostra lingua, la nostra cucina e la nostra cultura.

Questa non vuole assolutamente essere un’idea nazionalista, come qualcuno potrebbe interpretarla, ma è semplicemente la constatazione del fatto che diverse culture messe assieme, e a confronto, possono creare un modo di pensare più aperto e migliorare la convivenza tra i popoli.

Certamente ci vuole equilibrio e le tradizioni non vanno esasperate e soprattutto vanno rispettate, qualunque esse siano. Tuttavia rinunciare ai propri usi e costumi per paura di urtare qualche sensibilità, sa molto di ipocrisia e soprattutto non favorisce la pacifica convivenza tra le genti e rischia di creare quel razzismo che tutti aborriamo. L’Italia, come moltissime altre nazioni, possiede migliaia anni di storia ed è proprio questa storia che ha permesso a tutti noi di progredire.

Cancellarla, modificarla, o addirittura ritenerla offensiva verso altri, significa distruggere tutto ciò che le persone hanno saputo creare durante le migliaia d’anni della loro esistenza e quindi togliere dignità a un popolo. Non dobbiamo mai vergognarci delle nostre tradizioni e dobbiamo accettarle con tutti i pregi e difetti che queste possono avere. Nessun popolo è perfetto e coloro che pensano di essere superiori agli altri sono quelli che hanno scatenato le grandi tragedie del mondo.

Buon viaggio a tutti 

Nella foto Luminaria di San Costanzo  Comune di Perugia – Foto G Belfiore 
Roberto Serassio