L’amico più fedele| L'arte di viaggiare

La recente scomparsa del mio cagnolino Flori mi ha indotto a riflettere sul significato dell’avere un amico a quattro zampe, specialmente per noi camperisti. Il suo ruolo trascende la normale funzione della compagnia e il rapporto che s’instaura è più complesso e profondo di quanto si pensi.

camper camperlife rivista camperisti Purtroppo ho dovuto far sopprimere, per un male incurabile, il cane che viveva con noi da ben sedici anni. È stato un grande dolore tenerlo in braccio in quei suoi ultimi istanti, ma è ancor di più un dramma sapere che il rapporto è venuto a interrompersi e si è chiusa una parentesi della nostra vita (di Flori, di mia moglie e mia) e, anche se adotteremo un altro cane, l’esperienza sarà diversa. Ogni cane possiede un suo modo di essere ed ognuno di questi lascia un segno tangibile nella nostra vita.

Questo è quanto abbiamo imparato noi dalla convivenza con Flori, ma siamo sicuri che tutti i possessori di cani con un minimo di sensibilità ricevano o abbiano ricevuto la nostra stessa consapevolezza. Ultimamente si fa un gran parlare della pet terapy, come se fosse una scoperta recente, non è così perchè l’effetto benevolo dell’amicizia di un animale da compagnia è conosciuto da secoli, senza però essere stato catalogato come scoperta terapeutica. Agli albori della mia carriera di camperista ho vissuto un’esperienza che mi ha dato una lezione di vita straordinaria. Mi trovavo in Francia in un’area sosta piuttosto affollata e davanti a me c’era un camper con due cuccioli di cane alquanto terribili, il proprietario li lasciava liberi di circolare e questi davano fastidio agli altri camperisti, me compreso. Tant’è vero che mi ero riproposto di chiedere al proprietario di tenerli legati o di chiuderli in camper. Per fortuna quella volta il mio angelo custode mi ha aiutato e, prima che avessi il tempo di lamentarmi, il proprietario dei due cani è venuto a discorrere con me.

È venuto tenendo per mano un ragazzo di oltre trent’anni, molto ben tenuto, pulito ed in ordine. Facendo conversazione, questo signore mi ha raccontato che il figlio era completamente cieco ed incapace di intendere e di volere. Per nutrirlo, dovevano farlo attraverso un catetere applicato all’addome perché, se l’avessero nutrito tramite bocca, il ragazzo si sarebbe ustionato in quanto insensibile al calore. La madre, non sentendosi in grado di allevare un figlio in quelle condizioni, se n’era andata, lasciando il bambino alle sole cure del padre. Quando l’ho conosciuto, quest’ultimo era abbastanza avanti con gli anni e viveva con una compagna che aveva problemi di obesità, per cui non usciva mai dal camper. Ora immaginatevi il dramma che deve aver vissuto e che stava vivendo, solamente l’amicizia e l’esuberanza dei suoi due cani riuscivano a rendergli la vita meno dura.

Ciò che ho scritto sembra un racconto uscito dal libro “Cuore”, ma è la pura verità e ha lo scopo di far capire ai non possessori di cani di non essere intolleranti se, durante i loro viaggi, capita di essere infastiditi da uno di questi animali non custodito con la giusta diligenza dal proprietario. Prima di lamentarci, cerchiamo di scoprire cosa si cela dietro un comportamento da molti giudicato irrispettoso.

Buon viaggio a tutti. 

 

 

Roberto Serassio