Il turismo religioso può davvero giovare alla psiche dei camperisti?

Il turismo religioso non è certamente nelle priorità dei viaggiatori itineranti che forse non lo concepiscono come un modo per svagarsi e rilassarsi. Al di là delle credenze personali, un viaggio programmato in una località conosciuta per il suo valore spirituale può giovare molto alla nostra psiche. Vediamo come

Ho recentemente letto un interessante articolo apparso su National Geographic che riporta uno studio, chiamato Progetto Ultreya, sugli effetti psicologici del “Camino di Santiago”. 

Lo studio è stato eseguito per ricercare gli effetti psicologici che il pellegrinaggio provoca sull’individuo, tenendo in considerazione il concetto di “consapevolezza”, ovverosia se può essere considerato una pratica meditativa consistente nel prestare attenzione in modo intenzionale al presente, imparando a convivere con le difficoltà.

In altre parole si vogliono verificare gli effetti del pellegrinaggio sulle forme depressive, sullo stress e sulla felicità, sia a breve termine (alla fine del Camino) che a medio termine (a tre mesi dal termine).

I risultati hanno evidenziato cambiamenti molto rilevanti, specialmente a breve termine, con riduzioni tra il 20% ed il 50% sulle sintomatologie derivanti dallo stress e dalla depressione.

Fermo restando il valore terapeutico di qualsiasi vacanza, sembrerebbe che il pellegrinaggio abbia degli effetti superiori sulla salute mentale.

chiesa

Naturalmente non tutti gli individui possono affrontare un percorso impegnativo come il “Camino di Santiago”, tuttavia vi sono altre possibilità, praticamente alla portata di ognuno di noi.

Personalmente ho potuto constatare con mano l’effetto benefico che ha su di me ogni mio viaggio a Lourdes. Pur essendo una persona abbastanza razionale e quindi consapevole che sia probabilmente una questione di autosuggestione, noto che, quando esco dal recinto, il mio approccio alla vita è cambiato. Gli effetti non durano molto, ma, seppur brevi, sono salutari.

Tuttavia, quando si visitano certi luoghi, lo si deve fare senza pregiudizi e non lasciarsi influenzare da fattori esterni, come può essere il mercimonio che si svolge all’esterno del “santa sanctorum”.

In tanti anni di frequentazione non sono ancora riuscito a capire ciò che fa scoccare in me la scintilla, sono stato in altri luoghi, tipo Fatima e Loreto, ma non sono venuto via con gli stessi sentimenti, anzi la loro visita ha suscitato in me proprio l’opposto. Tuttavia, ho voluto fare un’ulteriore verifica, per cui vi sono ritornato, ma l’impressione non è cambiata.

Stranamente invece, ho provato la stessa “pace” visitando Delfi, un luogo di culto pagano; per cui penso che, oltre al misticismo del luogo, vi sia anche il contesto naturalistico ad influenzare il subconscio.

Credo fermamente che ogni individuo abbia il suo angolo privilegiato e che questo non sia uguale per tutti. Ciascuno di noi deve scoprire da solo il suo “Eldorado spirituale” e, se non l’ha ancora trovato, mai smettere di cercarlo e quando lo avrà trovato, si accorgerà che le conseguenze saranno molto benefiche.

Buon viaggio a tutti

Roberto Serassio