Il camper come dimora fissa? | L'avvocato dei camperisti

Difficile situazione da realizzare, non potendosi allacciare a energia o rete fognaria. Inoltre, qualora anche ci si riuscisse, le tasse comunali sarebbero comunque da pagare

Sto per separarmi. Purtroppo non sarò in grado di prendere una casa in affitto. Posso traferire la mia residenza nel camper e non pagare più le tasse comunali, tipo la TARI?
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urtroppo, l’esigenza del lettore è abbastanza frequente e già in passato ci siamo occupati del problema in questa rubrica. La separazione produce una repentina riduzione del tenore di vita perché assai maggiori diventano le spese, perciò sempre più spesso si incontrano mariti separati (perché normalmente i giudici assegnano la casa coniugale alla moglie) che vivono in roulotte o camper stabilmente parcheggiati in campeggi alle porte delle città. Tuttavia, la camper camperlife rivista camper camperistiquestione non è di facile soluzione. Iniziamo col dire che il Codice Civile definisce residenza, che è data dal Comune, quel luogo in cui una persona ha la propria dimora, quella normale abitazione dove esplichiamo la vita familiare e sociale. La residenza si distingue dal domicilio che è dato dal luogo dove la persona stabilisce la sede principale dei suoi affari o interessi, che può anche essere l’abitazione di un’altra persona (amici o parenti) presso cui si potrà indicare un recapito. La residenza anagrafica è un diritto irrinunciabile da cui ne derivano tanti altri: il diritto di voto, il diritto all’assistenza sanitaria e sociale, il diritto al rilascio della carta d’identità, etc. Ma anche degli obblighi. Per tutti, quello del pagamento delle imposte municipali. La natura dell’alloggio, quindi anche un camper, non costituisce ostacolo alla iscrizione anagrafica. In linea astratta e teorica, ben si potrebbe chiedere la residenza in un determinato Comune indicando come alloggio un autocaravan o una roulotte, purché collegato a un determinato luogo con l’allaccio all’energia, alle fogne, ai servizi etc. Insomma, in tutto e per tutto - anche materialmente – una stabile abitazione. Diversamente, se si decide di andare a vivere in un camper che sia idoneo a spostarsi e a viaggiare, allora ci si potrebbe ritrovare iscritti nella categoria dei “senza fissa dimora”, per i quali è prevista una specifica ed apposita procedura di assegnazione della residenza che prevede anche un obbligo di eleggere domicilio presso parenti o amici. Peraltro, appare anche difficile poter fissare la propria residenza fermando il proprio camper in un campeggio, che è struttura ricettiva all’area aperta, dunque non residenziale. Per definizione vi vengono ospitate persone per motivi di turismo o di lavoro, dunque non per risiedervi. E, d’altra parte, anche dal punto di vista urbanistico-edilizio, i campeggi non sono ubicati in zone residenziali, per cui adibire i manufatti a residenze sarebbe una violazione delle relative norme. Quindi, mi pare senz’altro condivisibile la scelta dei titolari di tali strutture, onde evitare di incorrere in violazioni di legge e nelle relative sanzioni, di non consentire ai propri clienti di fissare la residenza preso di loro. Quanto alle tasse comunali, quali la TARI (la tassa sui rifiuti), non mi pare proprio che il solo trasferire la residenza in un veicolo abitativo possa esentare dal pagarla, essendo essa connessa all’avere una residenza in un qualche luogo, anche se questo fosse un camper.
Per qualsiasi necessità potete contattarmi tramite la segreteria CamperLife o scrivendo a avvocato@camperlife.it.

Angelo Costa

 

Redazione Camperlife