A caccia di palazzi e monumenti | Tecnologia in viaggio

Spesso sono proprio gli edifici i veri protagonisti delle nostre foto di viaggio. Piccole e grandi architetture disseminate in ogni parte del mondo, da immortalare con cura per riuscire a coglierne l’essenza

In tutte le città del mondo, ma anche nei piccoli paesini, si trovano architetture interessanti. Che si tratti del famoso Guggenheim di Bilbao, dello splendido Palau de le Arts Reina Sofia di Valencia o della piccola ignota chiesetta alpina che ci appare splendida al tramonto, quando cerchiamo di immortalarli stiamo scattando una foto d’architettura. Monumenti, palazzi, abbazie sono tra i soggetti preferiti dei fotoamatori e di chi, più in generale, viaggia con unacamper rivista camper camperlife macchina fotografica al collo. Proprio come quando si ritrae una persona, per ottenere immagini efficaci e belle bisogna riuscire a cogliere l’essenza della struttura, esaltandone i tratti più profondi e significativi. Ci vuole un po’ di creatività perché il rischio più grande sta nel fatto che i monumenti, specie quelli famosi, vengono ripresi sempre nel medesimo modo.

L’importanza della composizione
Curate l’aspetto compositivo, sfruttando gli elementi che avete a disposizione - linee rette, curve, geometrie, simmetrie, pieni e vuoti, luci e ombre, etc. – è molto importante per dare alle immagini armonia ed equilibrio. In questo caso le linee curve del Palau de le Arts Reina Sofia di Valencia (opera di Santiago Calatrava) vengono amplificate dall’accostamento con le forme del ponte che vi passa accanto e il bianco dell’edificio viene esaltato dai colori blu del cielo e turchese dell’acqua.

Dal Generale al Particolare
Abbiamo tutto il tempo di studiare il soggetto che, per fortuna, è immobile. Non resta quindi che guardarlo attentamente sperimentando inquadrature diverse da quella frontale e talora ricercando la presenza umana nell’inquadratura. Conviene cominciare con il camminare intorno all'edificio, per studiarne le caratteristiche e lasciarci ispirare. Forse occorrerà diverso tempo, ma dopo questo esame preliminare avremo un’idea molto più chiara di quali sono le sue potenzialità fotografiche. Potrebbe essere utile tornare sullo stesso luogo in ore diverse e in situazioni atmosferiche differenti. Per ottenere uno scatto suggestivo potremmo dover aspettare il tramonto o la notte. Potetecamper rivista camper camperlife concentrarvi su un particolare, sul suo insieme o, ancora meglio, includere un particolare che fa da cornice all’insieme.

Dalle architetture alle immagini astratte
Un semplice riflesso di un palazzo nelle vetrate di un altro può dar vita a risultati sorprendenti. Siamo a Bilbao e i due edifici in questione sono le torri gemelle progettate da Arata Isozaki, non lontano dal Guggenheim. Le forme di una si specchiano nell’altra, dando vita a un mondo quasi immaginario, con linee deformate, spezzate, distorte. Le superfici riflettenti sono, come sempre, ottime alleati per chi è alla ricerca di scatti originali. Analizzatele con calma per capire come valorizzarle. Basta spostarsi di un solo passo e tutto cambia.

Luce, obiettivi e parametri
Durante lo scatto, tenete la mano ben ferma, una foto d’architettura non può permettersi di essere mossa o sfocata. La luce, come sempre, gioca un ruolo fondamentale. Per una foto di esterno sarebbe ideale riuscire a scattare con il sole laterale, a 45°. Purtroppo però non sempre le condizioni atmosferiche o l’orario lo consentono. Se vi trovate in una condizione di luce sfavorevole cercate di sfruttarla in altro modo. Per esempio se il sole a picco di mezzogiorno non è adatto per riprendere gli esterni, è l’ideale per gli interni che prendono luce da vetrate. Mentre la luce di un cielo nuvoloso è utile per riprendere particolari. L’illuminazione del sole al tramonto o all’alba è utilissima percamper rivista camper camperlife sottolineare texture di ogni tipo. Anche in questo caso, come nella fotografia di paesaggio, trattata nel nostro ultimo articolo, è bene lavorare con una profondità di campo molto ampia, in modo da ottenere una zona nitida molto estesa. Un’architettura si apprezza meglio se è tutta a fuoco. Per farlo è necessario regolare l’apertura del diaframma in modo da lasciarlo aperto con valori tra f/11 e f/22 e con tempi di esposizione brevi che limitano il rischio di realizzare immagini “mosse”. A questo scopo anche usare il treppiede può rivelarsi molto utile. Per quanto riguarda l’obiettivo più adatto è bene tenere presente quale scopo vogliamo raggiungere: il grandangolare fa "entrare" nell’architettura meglio di un teleobiettivo. Quest’ultimo è più adatto a ingrandire particolari significativi, realizzare inquadrature creative ed esaltare i volumi.

Scatti in notturna
Sono ancora le meravigliose forme create da Calatrava a Valencia a ispirare questo scatto. Il ponte bianco e illuminato, con i suoi tiranti posizionati diagonalmente e in maniera regolare, crea un contrasto perfetto con il buio della notte. A rendere l’immagine ancora più suggestiva torna d’aiuto l’acqua, che permette di “raddoppiare” il nostro soggetto verticalmente e slanciare ancora di più le forme del ponte. Le riprese notturne sono spesso ignorate perché ritenute di difficile realizzazione. Un errore perché monumenti, strade e piazze assumono, di notte, un aspetto molto diverso da quello che avevano di giorno. Il buio è in grado di "nascondere" particolari che altrimenti darebbero fastidio. Non dobbiamo nemmeno preoccuparci della luce: come nel caso di questo bellissimo ponte, gli edifici importanti sono sempre illuminati da potenti fari. In questo caso s’impocamper rivista camper camperlifesta un diaframma chiuso e una sensibilità bassa. Il treppiede è fondamentale per un buon risultato, anche se il soggetto è rischiarato: se non ne possedete uno, è sufficiente poggiare la fotocamera su una superficie immobile (pavimento, muretto, zaino posato a terra) e impostare lo scatto temporizzato.

L’elemento umano
Per far apprezzare nel suo complesso l’architettura che ci interessa, spesso è utile includere nell’inquadratura l’ambiente circostante e/o l’elemento umano, che permette di quantificare con un veloce colpo d’occhio la grandezza dell’edificio. Il Guggenheim di Bilbao, del grande architetto Frank O. Gehry, è splendido e immenso. Lo si nota ancora di più se lo relazioniamo al contesto in cui si trova e alle minuscole persone che vi passeggiano accanto, sulla riva del fiume Nerviòn.

 

Lara Colombi