Borghi più Belli: Weekend in Camper a Bobbio

Bobbio Ponte Vecchio o Ponte Gobbo

Bobbio è il vincitore del concorso il Borgo dei Borghi d’Italia 2019, un ottimo motivo per visitarlo in camper. 

Lungo il serpentone autostradale dell’A1, a 45 km dall’uscita di Piacenza, troverete nella Val Trebbia, definita da Ernest Hemingway «la Valle più bella del mondo», un piccolo comune di nome Bobbio, che con il suo aspetto medioevale ha conquistato il pubblico ed il titolo del borgo più bello del 2019. 

Situato sulla sponda sinistra del fiume Trebbia, i suoi 3500 abitanti circa, orgogliosi della vittoria, vi accoglieranno a braccia aperte, tra le vie acciottolate che si snodano tra il centro storico. 

La storia di Bobbio è ricca, con insediamenti fin dall’epoca neolitica, e numerosi ritrovamenti testimoniano la presenza di varie popolazioni: i Liguri, i Celti e dopo il 14 a.C., i Romani. 

Ma la sua storia è indissolubilmente legata anche a quella dell’Abbazia di San Colombano, fondata dal monaco cenobita Colombano che vi giunge nel 614 quando ricevette questo territorio in dono dal re longobardo Agilulfo. 

santuario della Madonna dell'Aiuto
Santuario della Madonna dell'Aiuto

Donazione dalla grande valenza politica, in quanto Bobbio controllava la grande carovaniera, la via del sale, che da Piacenza, lungo la Val Trebbia, raggiunge Genova, caposaldo dei Bizantini. 

Il santo Colombano, giunto a Bobbio trova solo una chiesetta diroccata, dedicata a S. Pietro, e la restaura con l’aiuto dei suoi discepoli che aggiungono un convento, dove attorno sorgono le prime case civili.

Alla sua morte Colombano diventa un santo, e la comunità in continua espansione, tra monaci e abati, diventa sempre più importante e forte, perciò dal mucchio di macerie da cui erano partiti si cominciò a sviluppare un’Abbazia. 

L’Abbazia di Bobbio

Con le sue scuole, la sua Biblioteca, il suo Scriptorium, la sua organizzazione economica, Bobbio diventa rapidamente anche una potenza politica. I possedimenti dell’Abbazia in età longobarda si estendono in tutta l’alta Italia, e il Monastero di Bobbio, diventa monastero imperiale. In questo momento Bobbio possiede beni in Val Trebbia, val Staffora, val Tidone, val d’Aveto, in Liguria, nel Monferrato e nelle Langhe.

L’estensione del potere arriva fino alle porte di Torino, attorno al Lavo di Garda, da Salò a Bardolino, sui Laghi di Mantova, a Piacenza, Ravenna, Genova, Lucca e Pavia. 

L’Abbazia divenne un ricco feudo

L’eccedenza dei suoi prodotti viene scambiata con altri paesi. Sui monti di Bobbio vengono allevati almeno cinquemila suini, centinaia di vacche e pecore. Queste ultime servono soprattutto per la produzione della pergamena, usata nello scriptorium, dove si copiano sistematicamente opere di scrittori latini antichi. 

Bobbio dunque crea una sua scrittura inconfondibile e le miniature dei suoi codici si richiamano alla cultura irlandese. Tale cultura si ritrova anche nelle magnifiche transenne in marmo che ornano l’antica basilica protoromanica edificata dall’Abate Agilulfo a partire dal IX° secolo. 

Abbazia di San Colombano
Abbazia di San Colombano

Ricordiamo i più famosi codici di Bobbio che hanno permesso la conservazione dei testi trascritti: il De Republica di Cicerone, attualmente nella Biblioteca Vaticana, il Virgilio della Laurenziana; il Plauto della Capitolare di Verona; le Lettere di Seneca a Lucillo della Queriniana e il Codice Purpureo dei Vangeli. 

Le lotte intestine tra abate e vescovo, aggiunte ai conflitti derivanti dai nuovi soggetti nascenti, i Comuni, porteranno rapidamente al declino la città Trebbiense. 

Il tempo a Bobbio passa tra conquiste viscontee e cessioni sabaude, e la città diventa capoluogo di provincia, fino alla costituzione del regno d’Italia, quando finisce sotto la provincia di Pavia, per poi passare nel 1923 a Piacenza ed arrivare ai giorni nostri. 

 

Cosa visitare a Bobbio? 

Sicuramente l’Abbazia di San Colombano, da dove Bobbio è nata. Sono aperti al pubblico il corridoio a piano terra, il chiostro principale e quello di servizio. 

Umberto Eco nella stesura del famoso “Nel nome della Rosa” pare si fosse ispirato al Monastero di San Colombano e al suo famoso Scriptorium, proprio per trovare fonti delle attività dei monaci amanuensi e della biblioteca descritti nel suo romanzo. 

Con un biglietto d’ingresso sono visitabili il Museo dell’Abbazia, che raccoglie notevoli opere e oggetti d’arte di epoca romana, medievale e rinascimentale. Visitabili inoltre il Museo Mazzolini, con un’imponente collezione di opere pittoriche e sculture del ‘900 (tra le quali opere di Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Giò Pomodoro), e il Museo della Città, situato nei locali originali del IX° secolo, che offre percorsi didattici multimediali. 

piazza Duomo
Piazza Duomo

Da non perdere anche la Basilica di San Colombano, costruita nella seconda parte del ‘400, sopra la chiesa conventuale anteriore al 1000. Qui si possono ammirare affreschi di Bernardino Lanzani (1527), coro ligneo in stile gotico (1488), mentre nella cripta troviamo un mosaico pavimentario del XII sec., il sarcofago di San Colombano, opera di Giovanni dei Patriarchi (1480), e le transenne marmoree longobarde usate come lastre tombali dei santi Attala e Bertulfo. 

Veniamo al Duomo, edificato nel XI sec., presenta una decorazione moderna nelle tre navate e una settecentesca nel presbiterio e nella cupola del transetto. 

Nella cappella di San Giovanni, cui si accede dal transetto di destra, si può ammirare uno stupendo affresco della seconda metà del Quattrocento, raffigurante l’Annunciazione.

Ponte Vecchio

Da non perdere una passeggiata sul luogo simbolo di Bobbio, il Ponte Vecchio (nella prima foto) detto anche Gobbo per il particolare profilo, o anche Ponte del Diavolo. Di età romanica con rifacimenti successivi, è lungo 280 metri e munito di 11 archi diseguali tra loro, che gli donano un aspetto originale.

La leggenda narra che il ponte venne costruito dal diavolo stesso, con questo aspetto particolare, per spaventare i monaci e impedire loro di attraversare il fiume. 

Il Castello Malaspina-Dal Verme

Costruito nel XIV secolo sulla collina dominante il borgo, consiste di un poderoso mastio centrale, due torri minori di servizio e conserva ancora intatte le mura difensive. Dagli spalti si gode di una vista panoramica sul centro storico della città. 

Bobbio Castello Malaspina
 Castello Malaspina

Il Santuario della Madonna dell’Aiuto ingloba invece i resti della primitiva chiesa del XV secolo, costruita sopra ad un’immagine della Madonna, ritenuta miracolosa. 

Il santuario, nelle forme attuali del Barocco classico, fu completato nel 1641, mentre la facciata è invece novecentesca. 

Gli archivi storici Bobiensi 

Aperti su prenotazione e situati nei locali del Seminario vecchio (fondato verso la metà del XVII secolo), custodiscono preziosi documenti, pergamene e frammenti di antichi codici databili tra il IX e il XVI secolo.

Da visitare c’è anche la chiesa di San Lorenzo, edificata probabilmente nel XII secolo, venne poi ampliata nel XXVI; ancora visibile sul lato sinistro dell’attuale facciata c'è una parte della primitiva chiesa, mentre sul muro esterno del lato destro sono conservate due lapidi, sempre provenienti dall’antica costruzione. 

Le botteghe del centro storico

Tra tutto questo girovagare troverete delle botteghe nel centro storico, dove è possibile imbattersi in numerosi prodotti tipici della zona, dai vini di produzione locale alle marmellate o miele biologici prodotti da aziende del posto.

Ma anche un’ampia scelta dei salumi nostrani oppure dolci e prodotti da forno, come le gustose ciambelline salate oppure la famosa torta di mandorle, ma anche i profumatissimi funghi porcini raccolti sulle montagne circostanti e tartufi. 

palazzo trecentesco
Palazzo trecentesco a Bobbio

Per chi invece cerca un souvenir di tipo artigianale, in contrada dell’ospedale, troverà laboratori di falegnami e artisti locali. I piatti tipici da gustare sono i maccheroni alla bobbiese, una pasta fresca fatta a mano utilizzando l’ago da maglia, condita con un sugo di stracotto, e le lumache alla bobbiese, tradizionale piatto della vigilia di Natale.

Da assaggiare il Bractòn, un salume da cuocere, realizzato con la spalla del maiale conciata, cucita nella cotenna e fatta stagionare fra due fascette di legno. Mentre per i dolci, il buonissimo croccante fatto con mandorle e zucchero, al quale le sapienti mani dei produttori locali sanno dare forme sorprendenti, inoltre c’è la torta di mandorle. Prodotti che hanno ricevuto ad Aprile 2019 la De. Co. (Denominazione di origine Comunale) che ne attesta la tipicità legata al territorio. 

APPUNTI DI VIAGGIO

Per arrivare

Bobbio si trova a 272 mt di altitudine, sulle colline a Sud di Piacenza. E’ raggiungibile tramite la statale n. 45 dal capoluogo emiliano da cui dista circa 40 km. Dal casello di Piacenza Sud dell’Autostrada imboccare la tangenziale ed uscire appunto sulla statale 45 in direzione Genova.

PER LA SOSTA

Area Camper Bobbio, area attrezzata comunale con 52 posti camper su asfalto, con servizi, parco giochi e area picnic a pochi metri dalla riva del fiume Trebbia. Apertura annuale. Pagamento presso cassa automatica.

Posti camper: 52

Indirizzo: SS45 al km 93,6 Bobbio (PC) Telefono 0523962815

Posizione GPS: Lat.: 44.762922 - Long: 9.38448

Informazioni utili

IAT – Ufficio Informazioni ed Accoglienza turistica del Comune di Bobbio

Piazza San Francesco – 29022 Bobbio (PC)

Tel 0523/962815 – fax 0523/936666 

email: iat.bobbio@sintranet.it

Centro Culturale Polivalente

3° piano palazzo comunale – tel. 0523/962804 mail: cultura.bobbio@sintranet.it

Web: Comune di Bobbio oppure il sito web della provincia di Piacenza sezione turismo qui

Alessandro Bacci