Riscaldamento supplementare a gasolio | Le inchieste di CamperLife

Il riscaldamento a gasolio sui camper va diffondendosi sempre più visti gli oggettivi vantaggi che offre. Se non fosse montato di serie, perché non pensare a un sistema ausiliario con questa tecnologia?

Il riscaldamento della cellula, e il relativo comfort di vivibilità, sono frutto di un mix virtuoso di fattori, non solo una buona stufa, meglio se più potente, e una buona coibentazione, ma anche tanti piccoli accorgimenti che abbiamo visto nell’articolo precedete, pena il decadimento della temperatura interna in tempi molto rapidi in situazioni di freddo intenso.

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La grande maggioranza dei camper, specie quelli con qualche annetto in più sulle spalle, monta di serie stufe a gas, tecnicamente perfette ma con il grande limite, che tutti prima o poi abbiamo conosciuto, dell’esaurirsi delle bombole nei momenti meno opportuni. Certo, i moderni sistemi con il dispositivo che passa da una bombola all’altra in totale autonomia hanno drasticamente ridotto il problema, ma la strada verso una sempre maggiore diffusione dei riscaldamenti a gasolio sembra essere irreversibile e sono sempre più gli autocaravan che montano tali sistemi già in primo equipaggiamento. 

I vantaggi del gasolio

Il riscaldamento a gasolio offre innegabili vantaggi, primo fra tutti l’autonomia dilatata visto che pesca il suo combustibile direttamente dal serbatoio del camper e con un “pieno” possiamo andare avanti davvero per tanto tempo; inoltre, un distributore di gasolio, come evidente, si trova anche in capo al mondo, mentre lo stesso non può dirsi per le bombole ma soprattutto per i diversi attacchi delle bombole tra stati diversi che rischiano di rendere impossibile l’uso del riscaldamento a gas se non abbiamo con noi gli specifici riduttori e raccordi. Il più noto dei vantaggi dei bruciatori a gasolio è comunque quello di poter usare i riscaldatori anche in marcia, cosa preclusa ai sistemi a gas per legge, a meno di non dotarli di appositi dispositivi anti-crash, data la pericolosità intrinseca del gas in caso di incidente; si tratta di accessori né difficili da trovare né proibitivi nei costi, tanto che spesso sono ormai montati di serie con i relativi “pacchetti”, però il riscaldamento “diesel” azzera in un attimo tutti queste difficoltà.

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(Riscaldatore Eberspacher)

Da non sottovalutare, a conti fatti, anche la possibilità di risparmio: il costo delle bombole è sempre piuttosto oneroso e varia molto a seconda del luogo e della stagione, il gasolio ha un prezzo più calmierato e può anche capitare di trovarlo a buon mercato se siamo all’estero! Da ultimo poi, ma un grande vantaggio da soppesare bene nel conto globale che includa lo stress, cambiare la bombola quando esaurita, magari quando piove o nevica e fa molto freddo, non è esattamente la stessa cosa che fare il pieno al distributore sotto la pensilina e dimenticarsi dell’autonomia del riscaldamento per tanti giorni. Uno dei piccoli svantaggi del riscaldatore supplementare a gasolio, oltre all’inevitabile costo di acquisto e installazione, è rappresentato dal maggior peso – ma è relativo - che inevitabilmente ci dobbiamo portare appresso, facilmente compensato però dal fatto di poter lasciare a casa una bombola e la sua massa non indifferente.

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(Riscaldatore Webasto)

Due sistemi?

Per i camper che nascono con il riscaldamento a gas, ancora la maggioranza, una buona strategia può essere quella di aggregare i due sistemi di riscaldamento, specie se l’uso del camper invernale è intenso, montando un secondo sistema ausiliario a gasolio. I vantaggi sono molti: nelle mezze stagioni mandiamo il solo riscaldamento a gasolio con grande risparmio pratico sull’uso delle bombole e sulla loro non sempre facile reperibilità; in caso di freddo molto intenso, i due sistemi possono viaggiare in parallelo, aumentando l’efficienza termica; nella malaugurata ipotesi di guasto, uno dei due sistemi di riscaldamento sarà sempre disponibile; disegnando bene l’impianto è possibile poi magari arricchire con altre bocchette zone che ne sono sprovviste, come talvolta i gavoni (specie in camper più vecchi), o distribuire meglio le bocchette per un maggiore equilibrio nella diffusione del calore.

I riscaldatori a gasolio

Questo tipo di sistemi per riscaldare i camper arriva in realtà da un uso automotive, che li vede nascere come riscaldatori per motori che devono operare in aree del pianeta particolarmente fredde, da cui sono poi derivati i sistemi dedicati al caravanning. Si tratta – sintetizzando per semplicità - di piccoli bruciatori a gasolio che, tramite un ventilatore, spingono aria calda in un sistema di tubi e bocchette, che però non possono essere quelli del riscaldamento a gas, a meno di sostituire i tubi di distribuzione per via del maggiore calore prodotto. Il bruciatore può essere posizionato praticamente ovunque sul camper, grazie alle ridotte dimensioni: per consuetudine vengono in genere collocati esternamente, sotto al pianale, grazie anche ai box in lamiera zincata che vengono venduti come accessorio (o forniti di serie) e che li proteggono adeguatamente, rendendoli meno esposti alle sollecitazioni termiche e fisiche. Come accennato, “pescano” il carburante loro necessario dal serbatoio del gasolio del camper, con una autonomia enorme, grazie anche ai consumi (calcolati in litri/ora) generalmente molto ridotti (in un range che va grossomodo da 0,15/0,20 ai 0,50/0,60 dei più potenti se spinti al massimo).

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Vengono poi alimentati elettricamente per far andare il ventilatore che spinge l’aria calda all’interno del camper con le sue tubazioni e soprattutto per consentire alla candeletta di innescare la combustione del gasolio come nei motori diesel al momento dell’avviamento. Nella cellula èposizionata invece la centralina dei comandi, in genere display a cristalli liquidi, multicomando o con monocomado, che dialoga con i sistemi Can-bus dei camper di ultima generazione, tutti dotati di timer programmabile, impostazioni di temperatura o priorità manuale per il comando diretto dell’intensità del calore. Sempre più spesso tali sistemi sono gestibili anche con comode app direttamente dal telefonino e anche da remoto grazie alla tecnologia digitale. Buona parte dei limiti strutturali di questi sistemi a gasolio, intrinsechi al genere, come difficoltà di funzionamento in altitudine, maggiore assorbimento elettrico (simile al gas per la ventola ma in più c’è l’innesco di accensione con una candeletta che assorbe molto), gas di scarico che possono creare disagi specie nelle aree di sosta o nei campeggi, rumorosità, sono stati nel tempo in buona parte superati dalla tecnologia, dagli accessori specifici e dai software di gestione, per cui oggi sono dispositivi ben integrati e perfettamente funzionanti anche in alta montagna. Peraltro, come tutti i dispositivi che funzionano a gasolio, carburante più sporco del gas, richiedono un minimo di manutenzione e accortezze, con una pulizia annuale dei filtri, ma nulla di più. Le potenze dei prodotti commerciali più diffusi vanno dai due kW, adatti per riscaldare nelle mezze stagioni, in inverno per climi non molto rigidi e come sistema di supporto al riscaldamento a gas, fino ai cinque/sei kW, più che sufficienti per riscaldare un camper di dimensioni anche notevoli in autonomia; nel mezzo tanti modelli di potenze intermedie.

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(Riscaldatore Planar)

I prodotti sul mercato

I marchi più noti di questo settore specifico sono Eberspächer e Webasto, aziende che vantano un know-how pluridecennale e una rete di installatori e rivenditori molto diffusa e capillare, ovviamente non solo in Italia ma anche in Europa e addirittura nel mondo nel caso i vostri viaggi superassero i confini del nostro continente. Vantano entrambi gamme molto complete, tecnologia di ultima generazione e alcuni modelli che sono da sempre pietre miliari del settore, come l’Aitronic della Eberspächer, presentato recentemente nella rinnovata versione 2 alle fiere di fine estate, e l’Air Top della Webasto con le sue versioni Evo fino a 5,5 kW di potenza. Sul mercato esistono poi anche alternative più economiche, tra tutti piuttosto conosciuti quelli della Planar, derivanti per lo più da prodotti che nascono come riscaldatori ausiliari per veicoli commerciali e spesso forniti in kit già molto completi; a spulciare un po’ di impressioni in rete sui vari forum, sembra che vadano piuttosto bene, anche se non possono vantare un blasone particolare e ovviamente non possono garantire una rete di assistenza altrettanto estesa come i marchi più famosi, oltre che, sempre leggendo i pareri del web, talvolta possano essere un po’ più rumorosi nel funzionamento. 

 

 

Alessandro Cortellessa