CamperLife. Uruguay terra di Gaucho, storia e natura

Sbarcati in Sud America, Simone e Lucia si prendono una pausa sulle coste uruguayane per decidere dove dirigersi. Optano per il Nord e quindi per l'Argentina, dove ad attenderli c'è un clima mite.

Ci troviamo in Sud America da poco più di due settimane quando finalmente iniziamo a rendercene conto. Siamo arrivati fin qui senza programmi, sbarcando da una Nave Cargo presa praticamente al volo a Dakar, in Senegal, ed ora abbiamo un intero Continente pronto ad accoglierci. Solo guardando la mappa non ci si rende conto di quanto sia grande, bisogna misurare le distanze, valutare quantitativamente i chilometri che separano un paese dell’all’altro per arrivare a capirlo! Qualcuno potrebbe pensare che questa sia una grande fortuna - cosa che in effetti è, intendiamoci - tuttavia arrivare fin qui senza un minimo di pianificazione ha i suoi vantaggi ma anche qualche svantaggio. 

Ora dove si va?

Il primo tra questi è la scelta di un itinerario "last minute". Questo a conti fatti è particolarmente dettato dalle condizioni climatiche, quindi il suggerimento per chi avesse tempi più stretti dei nostri è sicuramente quello di valutare il percorso in funzione delle stagioni, dato che le variazioni climatiche qui possono essere notevoli tra la Patagonia, l’Amazzonia, le Ande e i due Oceani. Per quanto ci riguarda è il mese di luglio, ovvero l’inizio dell’inverno australe, e ciò significa che puntare verso Sud, in Argentina, ci farebbe avvicinare alla Patagonia nel momento più freddo dell’anno, cosa che vorremmo evitare. Ad Ovest tutta la regione andina in questo momento potrebbe risultare davvero poco ospitale per via del grande freddo, della neve e dei tanti passi di comunicazione tra Argentina e Cile che troveremmo chiusi (alcuni passi naturalmente sono aperti tutto l’anno, ma parliamo solo dei principali, a volte i meno interessanti dal punto di vista paesaggistico). Per quanto ci riguarda amiamo il senso di libertà che ci offrono le strade secondarie e percorrere i pochi passi principali essendo costretti a seguire il flusso dei tanti camion da trasporto non ci sembra la cosa più entusiasmante. Viceversa poco più a Nord ci attende un clima più mite, dirigendoci in Brasile addirittura potremmo fare il bagno su qualche lunga spiaggia desolata. 

Fermi a Conchillas

Dedichiamo un po’ del nostro tempo a decidere il da farsi mentre ci troviamo a Conchillas, un piccolo paese situato poco a Nord di Colonia del Sacramento. Mentre approfittiamo della connessione WiFi gratuita del centro del turismo per leggere alcune guide di viaggio relative al Sud America, proviamo a conoscere meglio questo posto che pian piano ci distoglie dalla programmazione del nostro itinerario affascinandoci invece con la sua storia. Conchillas trova le sue radici nel 1887 grazie all’ampliamento degli affari dell’impresa inglese Walkers che, avendo in appalto la costruzione del porto di Buenos Aires, vede impiegare operai di diverse nazionalità: Italiani, Inglesi, Scozzesi, Greci, Bulgari, Austriaci, ecc. La convivenza di tutte queste culture differenti fa sì che Conchillas cresca con un aspetto unico nel suo genere, venendo caratterizzata dalla sua unica architettura costituita prevalentemente da basse case con mura di un metro di spessore e tetto spiovente in ondulato di ferro.

Fino a qui potrebbe sembrare una storia di integrazione sociale ben riuscita ma non si limita a questo, dato che Conchillas diventerà il principale centro commerciale di tutto l’Uruguay grazie all’incredibile intraprendenza di un uomo di origine inglese con una storia incredibile. Il Sig.Ewans fu l’unico superstite a un naufragio avvenuto proprio di fronte al piccolo porto di Conchillas e da subito si mostrò un grande commerciante. Iniziò col vendere prodotti agli operai in una baracca davanti al porto, per finire col costruire un grande magazzino adibito a contenere i prodotti più disparati. La storia di Mr. Ewans e quella di Conchillas si legheranno ancora di più quando il commerciante inizierà a battere una propria moneta che verrà accettata in tutto l’Uruguay e con cui la Walkers pagherà gli stipendi ai suoi operai. Siamo rapiti da questa storia e, mentre passiamo del tempo all’interno del nostro camper parcheggiato nella piazza principale del paese, la nostra mente vola immaginando come fosse la vita da queste parti un centinaio di anni fa. Passeremo due giorni qui nei dintorni, ritagliandoci un piccolo pezzo di spiaggia tutto per noi proprio dietro a quello che era il vecchio porto di Conchillas, Puerto Ingles (GPS: S34° 12.199’, W58° 4.188’). 

Verso nord

Questa perla dell’Uruguay ha portato il giusto consiglio per quanto riguarda il nostro itinerario, così riprendiamo la marcia dirigendoci verso Nord, decisi a puntare per qualche mese a località più calde e iniziando quindi di fatto il nostro viaggio legato alle stagionalità. L’Uruguay però non smette di stupirci, pur essendo praticamente il paese più piccolo del Sud America (fatta eccezione per il Suriname): ci offre possibilità di un turismo a 360° che ben si adatta a chi come noi si sposta e vive su un veicolo ricreazionale. Il paese è fortemente caratterizzato dal suo entroterra collinare, con pascoli che sembrano infiniti e dove i famosi Gaucho mostrano tutta la loro destrezza nel gestire il bestiame dall’alto del loro cavallo. Qui la gente ci accoglie a braccia aperte e la visita ad ogni villaggio che incontriamo lungo le strade secondarie si risolve in un invito per sorseggiare un Mate, l’inconfondibile bevanda la cui origine è da sempre contesa tra diversi paesi Sud Americani.

Lungo la strada che ci sta portando verso il confine con l’Argentina approfittiamo di un tour guidato gratuito offerto dalla gestione dell’azienda elettrica Uruguayana. Abbiamo la fortuna di poter visitare gli interni della diga di Salto, un importante impianto da circa 2000 MW. Parcheggiamo il nostro camper all’interno del recinto del centro di controllo dell’impianto idroelettrico e, dopo una dettagliata spiegazione dell’importanza di questo stabilimento per l’intera regione, ci muoviamo con un pullman all’interno della diga vera e propria. Siamo gli unici stranieri ad usufruire di questo tour, con noi una simpatica scolaresca di bambini che rimane a bocca aperta davanti all’immensità delle turbine; come noi del resto! Gratificati da questa istruttiva visita decidiamo di passare la notte nei pressi del paese, cercando un parcheggio in una stazione di servizio. Questo tipo di sistemazione sarà abbastanza usuale per noi in Sud America, soprattutto quando come in questa occasione ci troveremo a pernottare nei pressi di una città. Il segreto in questi casi è identificare una stazione di servizio usata dai camionisti, che generalmente dormono in luoghi “sperimentati” e che evidentemente trovano sicuri. Siamo ormai prossimi ad attraversare il nostro primo confine sudamericano, sarà solo il primo dei tanti che ci vedranno impegnati nei mesi a venire. Ma questa è un’altra storia... 

Punti GPS di interesse per l’Uruguay

Montevideo, sosta libera con tramonti mozzafiato (GPS: S34° 56.025’, W56° 9.640’)

Parcheggio per sosta libera a Colonia del Sacramento (GPS: S34° 28.410, W57° 51.010’)

Parcheggio per sosta libera sulla spiaggia a Colonia del Sacramento (GPS: S34° 26.747’, W57° 51.465’)

Area camping Carmelo, gratuito fuori stagione, probabilmente da evitare nei weekend (GPS: S34° 0.658’, W58 17.630’)

Villa Soriano, sosta libera per tramonti sul fiume Uruguay (GPS: S33° 23.470’, W58° 18.900’)

Fray Bentos, sosta libera davanti allo stabilimento (GPS: S33° 7.150, W58° 19.305’)

Camping delle Terme di San Nicanor. La strada sterrata di circa 20 km per raggiungere questo punto può essere fangosa in canso di pioggia, quindi da evitare senza un camper 4x4 (GPS: S31° 32.740’, W57.48.160’)

Centro di visita per la diga Salto Grande da Lunedì a Domenica dalle 9 alle 17. Si può dormire gratuitamente nel parcheggio dell’area (GPS: S31° 17.045, W57° 55.168’)

Dogana Uruguay-Argentina. Qui le pratiche si svolgono velocemente appena oltrepassata la diga di Salto Grande (GPS: S31° 15.770’, W57° 57.500’). 

Campeggio municipale gratuto di Paysandu (S32° 18.017’, W58° 5.540’).

Simone Monticelli e Lucia Gambelli